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Edema polmonare cardiogeno
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Dr.
Luca Gagliardi, Specialista in Malattie dell'Apparato Respiratorio,
Torino
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Definizione
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L'edema polmonare è una condizione patologica
caratterizzata da un incremento dell'acqua nello spazio extravascolare
polmonare.
L'incremento dei liquidi nello spazio extravascolare
si rende clinicamente evidente quando la quantità d'acqua nello
spazio extravasale aumenta oltre i 1200-1500 ml. |
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Eziopatogenesi |
L'edema polmonare cardiogenico è secondario a un incremento
della pressione capillare polmonare secondario a un incremento della
pressione venosa primitiva o secondaria a insufficienza ventricolare
sinistra.
L'incremento pressorio e di conseguenza la trasudazione di liquido
nello spazio extravasale avviene solitamente in modo progressivo, passando
attraverso diversi stadi:
-
edema interstiziale inter-alveolare caratterizzato
nella maggior parte dei casi dall'insorgenza di dispnea da sforzo
(NYHA I-II), secondario alla riduzione della compliance polmonare.
Solitamente non sono presenti in questa fase segni obiettivabili,
eccetto un incremento della frequenza ventilatoria (con conseguente
ipossia e ipocapnia)
-
si manifesta un incremento della dispnea da sforzo
(NYHA III). All'auscultazione si possono avvertire rantoli a piccole
bolle "a marea montante": ovvero avvertibili in principio
a livello delle basi polmonari e poi, progressivamente, anche nei
campi medi e superiori. Il quadro emogasanalitico rivela un ulteriore
peggioramento dell'ipossia e la persistenza di ipocapnia (conseguente
all'iperventilazione).
- edema polmonare conclamato: stadio caratterizzato
da ortopnea, dispena parossistica notturna. Spesso ai rantoli si associano
in questa fase sibil e rumori bronchiali simili a quelli dell'asma bronchiale:
si parla in questi casi di asma cardiogeno, determinato
dalla stimolazione di terminazioni sensitive a livello dei bronchioli
terminali e conseguente bronco-ostruzione. In questa
fase si ha un ulteriore peggioramento della PaO2 e, a causa di una diminuzione
della capacità del paziente di sostenere un'aumentata ventilazione,
una normalizzazione della PaCO2.
- il paziente va poi incontro a un affaticamento della muscolatura respiratoria
con conseguente ipoventilazione e ipercapnia.
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Clinica |
Sintomi e segni associati a EPA (edema polmonare acuto):
-
dispena parossistica
- ortopnea
- tachipnea (FR 30-40/min)
- dispnea parossistica notturna
- tosse con espettorazione schiumosa rosata
- utilizzo della muscoltauta respiratoria accessoria
- sudorazione algida profusa
- EOP: rantoli crepitanti e ronchi diffusi
- EOC: tachicardia, presenza di III e IV tono
- PAO: incremento di P sistolica e distolica, shock in caso di edema
polmonare avanzato
- incremento della pressione venosa sistemica
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Esami strumentali e di laboratorio |
In caso di edema polmonare, in urgenza, è utile richiedere:
- esami ematochimici di routine e urine (azotemia, creatininemia, K+,
Na+, Ca++, bilirubina, transaminasi, emocromo)
- EGA, monitoraggio Saturazione
- ECG (non segni patognomici ma spesso anomalie)
- Rx torace (incremento trama nei lobi inferiori poi in quelli superiori,
diminuzione diafania a partire dagli ili polmonari)
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Terapia |
Obiettivo principale è individuare e correggere l'anomali alla
base dell'edema polmonare.
In caso di paziente iperteso o normoteso:
- O2 ad alti flussi (maschera) con FiO2 < 50%
- CPAP o BPAP
- vasodilatatori (trinitrina sl 0,3-06 o EV 5-50 mcg/min, nitroprussiato
10-300 mcg/min)
- furosemide (bolo 20-60 mg, max 200 mg EV)
- morfina: bolo 2-4 mg (max 10 mg)
- aminofillina: bolo 6 mg/kg
In paziente ipoteso:
- se PAO è compresa tra 70 e 100 mmHg: dobutamina 2-3 mcg/Kg/min
(con incremento di 2 mcg fino a stabilizzazione, max 15-20 mcg/kg/min)
+ dopamina 2-5 mcg/kg/min
- se PAO è < 70 mmHg: dopamina 4-5 mcg/kg/min con incremento
fino a 20 mcg/kg/min. Se inefficace noradrenalina 0,02 mcg/Kg/min
Vedi nel dettaglio dosaggio dopamina.
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Riferimenti Bibliografici |
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